Thursday, April 17, 2008

etendard chiude per un po’


Questo blog sospende l’attività per i prossimi due mesi circa. Un saluto a tutti i visitatori.

Tuesday, April 15, 2008

Debacle per la Lista pazza, ma va bene così

Che mazzata! E chi se l’aspettava una catastrofe simile! Andare sotto il 4% era prevedibile, ma fermarsi allo 0,37% va al di là del peggior incubo. Le cause? Si può forse addurre la scarsa visibilità, insieme alla marginalizzazione della lista da parte del centrodestra e del mondo cattolico. A caldo, Giuliano Ferrara ha commentato che la responsabilità è tutta sua. Non sono d’accordo, ma si sa, le persone serie come lui si riconoscono soprattutto nella sconfitta. Lo scrivevo ieri, ad urne ancora aperte: grazie Giuliano per aver voluto ricondurre la politica al suo significato più alto, più nobile.

Aggiornamento. Dal Foglio di oggi
Analisi di una sconfitta pazza
Persa la scommessa della politica, la politica farà i conti con i temi etici

La lista per la moratoria “Aborto? No, grazie” aveva chiesto agli italiani un voto per portare in Parlamento non soltanto il dibattito sul tema cruciale, ma anche un gruppo di persone capaci di promuovere con competenza la difesa della vita maltrattata. In attesa dei numeri precisi, che ancora non conosciamo, va riconosciuto senza indulgenza che così non è stato: il risultato delle urne è disastroso, anche se meritano un grazie tutte le persone che invece alla nostra scommessa politica hanno creduto. Ma scommessa politica era, appunto. E dunque sconfitta politica: non siamo riusciti a tradurre nel linguaggio di una competizione elettorale la forza di un dibattito culturale, civile, etico. Va riconosciuto l’errore di metodo: una lista “single issue” non era il modo efficace per fare politica attorno a una questione decisiva come l’aborto, l’eugenetica e la manomissione della vita umana. E’ stato un errore anche scommettere di potercela fare lottando a mani nude, con un’organizzazione volontaria e generosa ma largamente improvvisata. Senza l’apparentamento su cui si era inizialmente confidato, correre da soli, e anche con un certo orgoglio di farlo, è stata una scelta avventurosa, dunque imprudente, tanto più grave in una campagna a polarizzazione spinta e dominata all’orizzonte dal voto utile.
Que rest-il de nos amours? Tutto ovviamente, una volta pagato pegno al conteggio delle schede, per quel che riguarda ragioni, idee, passione di una battaglia che troverà la strada per proseguire sul terreno su cui è partita: cultura, idee, informazione, agitazione. Tutto resta della splendida avventura umana intrapresa con i candidati e i sostenitori di una lista che fin da subito abbiamo definito pazza. Gli italiani hanno dichiarato che non si fa partito sull’aborto. Ma la pillola Ru486, il testamento biologico, i protocolli applicativi della legge 194 e le linee guida della legge 40 sulla fecondazione artificiale saranno tra i primi temi con cui il governo dovrà misurarsi e su cui, in Parlamento, un cospicuo corpo trasversale darà battaglia. Insomma, i temi etici possono essere tenuti fuori dalla campagna elettorale, ma non dall’attività del governo e del Parlamento. Intorno alla vita maltrattata non si fa politica elettorale nel modo da noi scelto, ma si dovranno prendere decisioni dure e difficili. Speriamo buone decisioni e buone leggi. Resta, ultimo ma non ultimo, che l’insorgenza della biopolitica è un fattore destinato a crescere. Si tratta della sconfitta di una lista pazza, attraverso la quale è però stata rotta una opaca congiura del silenzio.

Monday, April 14, 2008

Il nostro grazie a Giuliano Ferrara

Per la prima volta nella nostra storia di elettori, ieri mattina, mia moglie ed io abbiamo votato con grande buon umore. Tutto merito della lista “Aborto? No, grazie”.
Al Senato, poi, abbiamo messo la crocetta sul simbolo del PdL, ma non prima di aver decisamente sbuffato.
Mi resta un rimpianto, quello di non essermi speso nel corso della campagna elettorale. Questa volta avrei dovuto darmi da fare, sì. Impegni professionali mi hanno tenuto e mi tengono tuttora occupatissimo, è vero, ma avrei dovuto lo stesso informare il maggior numero possibile di persone sull’importanza del voto alla Lista pazza. Parlando con parenti, amici, colleghi e conoscenti, mi ha molto impressionato la grande e diffusa disinformazione, persino sull’esistenza della lista.
Poco fa, ho letto queste frasi di Luigi Negri, Vescovo di San Marino e Montefeltro, rivolte a Ferrara il 3 aprile scorso, dopo le contestazioni di Bologna e Pesaro:
Io non sono politico raffinato e soprattutto sono vescovo, perciò non posso dirti se la tua lista abbia o no una convenienza politica, ma sono lieto di dirti che la tua è una limpida testimonianza ideale, e ti posso assicurare che non gli intellettualoidi delle grandi città ma il sano popolo cattolico riconosce la tua grandezza umana e perciò, lasciamelo dire, almeno implicitamente cristiana.
Non so se mia moglie ed io apparteniamo al “sano popolo cattolico” di cui parla il vescovo, però, l’occasione di votare a difesa della vita dal concepimento alla morte non ce la siamo lasciata sfuggire.
Spero che altrettanto abbiano fatto molti altri, cattolici e non.
Comunque vada, grazie di tutto Giuliano.

Tempo

Ieri chiacchieravo con una persona che conosco da anni e a cui voglio molto bene. Le chiedevo: “Ma non ti fermi mai? Prendi fiato ogni tanto. Sembra come se lotti continuamente contro il tempo!”.
Mi ha risposto: “Effettivamente, è così. Mi fermerò solo quando muoio”.
Ho ricordato allora un amico che anni fa mi disse: “Abbiamo solo un’occasione. Sprecata quella, è finita. E quello che facciamo, nel bene e nel male, resta per l’eternità”.
Mi sono sentito così piccolo. Si riparte!

Friday, April 11, 2008

La scalata

Pensavo tra me e me: “Mamma mia, quante fotocopie uno deve fare, per diventare direttore generale!”

Tuesday, April 08, 2008

Escrivá e l’Opus Dei per il cronista Minoli

Un libro e un documentario per spiegare chi sono quelli dell’Opus Dei, parole e immagini per mettere a fuoco l’Opera di Josemaría Escrivá de Balaguer messe in fila da Giovanni Minoli con Stefano Rizzelli. Il libro è breve, una sorta di didascalia del film, che Rizzoli ed Eri vendono in un cofanetto unico. Il risultato è buono perché ne risulta un facile percorso di comprensione.

Sull’Opus Dei sì è scritto tanto. Ha molti detrattori e molti estimatori. Minoli si limita a fare il cronista, ma smonta tanti luoghi comuni e soprattutto chiede di rispondere alle accuse agli stessi membri dell’Opera. Una di queste riguarda la segretezza, per cui l’Opus Dei è soprannominata la "Massoneria bianca". Qui si spiega che non di segretezza si tratta, ma di discrezione, e che tuttavia, oltre 40 anni fa il fondatore aveva detto non essere necessaria. Il libro e il filmato sono costruiti attorno alla vita e ai pensieri di Josemaría Escrivá de Balaguer, unico santo di cui esiste un’ampia documentazione filmata.

Minoli non fa il teologo né lo storico, ma analizza, in modo scientifico, Escrivá il comunicatore, perché questo egli era soprattutto. Usava tenere lunghissime conversazioni con i membri dell’Opera ovunque nel mondo. Sono l’immagine pubblica di un uomo dalle tante sofferenze interiori. Ma sono l’immagine di un uomo estroverso e sereno.

Chi era Escrivá? Un uomo scomodo, pericoloso, o solo uno che ha trovato un modo originale di comunicare il Vangelo? Minoli ne dà un’interpretazione non banale, con il suo stile fatto di poche, fulminanti parole. Dice che per Escrivá Cristo era uno che sta «sopra una croce, senza spettacolo». È questo Vangelo, pieno di parole e povero sulla scena, che l’Opus ha deciso di servire.

Alberto Bobbio, su Famiglia Cristiana del 6 aprile

Incontro con Claudio Risé - Lista "Aborto? No, grazie"

Martedì 8 aprile 2008 ore 18.00

Aula Magna Scuola Primaria “Madonna delle neve” - Via Nigoline, 2 - Adro (BS)

Presentazione della Lista “Per la moratoria con Giuliano Ferrara. Aborto? No, grazie“, con Claudio Risé, capolista nella Circoscrizione Lombardia 2, secondo in lista in Emilia Romagna e candidato a Milano, Napoli, Roma.

Alla conferenza dal titolo “Dalla parte del Figlio, del Padre, della Madre“, partecipano i candidati della lista "Per la moratoria con Giuliano Ferrara": Claudio Risé, Elisabetta Pittino e Stefano Savoldi. Sarà presente inoltre il cantautore Stefano Conter.
Si veda qui per gli altri appuntamenti elettorali.

Sunday, April 06, 2008

Lontano da Gerusalemme

Gesù sorride e chiede: “Che cosa è successo?” Incredibile Dio.
Stanno parlando della sua morte, stanno parlando della sua tortura, del suo dolore, delle sue carni fatte a brandelli, della violenza assurda e scomposta che ha dovuto subire… e lui, niente, nulla, neppure se lo ricorda. Imparassimo da Dio a dimenticare il dolore!

Paolo Curtaz

Friday, April 04, 2008

Incontro con Giovanni Salizzoni - Lista "Aborto? No grazie"


Incontro pubblico con
GIOVANNI SALIZZONI
Capolista in Emilia Romagna
Per la lista
"Aborto? No, grazie.
Per la moratoria con Giuliano Ferrara"
San Martino in Rio (RE)
Martedì 8 aprile 2008, ore 21.00
Presso la Sala D'Aragona della Rocca Estense
Informazioni su:
www.abortonograzie-salizzoni.it
www.ilfoglio.it/lista


Percorsi per San Martino in Rio:
Casello CAMPOGALLIANO (Autobrennero) direzione S.Martino in Rio – Correggio
Casello CARPI (Autobrennero) direzione Correggio poi S.Martino in Rio
Casello REGGIO EMILIA (A1): tangenziale verso Modena, uscita S.Martino in Rio – Correggio
Da MODENA direzione Campogalliano – S.Martino in Rio – Correggio

Thursday, April 03, 2008

A Giulià, mo’ a ditte na’ strunzata!

Fra le tante ottime cose dette da Giuliano Ferrara nella sua campagna elettorale, colgo una frase che, in tutta onestà, non posso che disapprovare. A proposito della contestazioni di ieri a Bologna, leggo su Il Foglio online:
“Vi piace che ogni anno nel mondo ci siano 50 milioni di aborti? A me no! L’aborto è maschio, come voi che contestate”, dirà a fine giornata Ferrara.
A mio parere, c’è del vero nell’opinione di Ferrara che l’aborto è maschio, ma sostenere che le contestazioni di piazza a Bologna siano state il prodotto di un modo maschile di esprimere dissenso è una grossissima sciocchezza. È come dire che essere incivili è tipicamente maschile, che essere intolleranti è tipicamente maschile, che la prevaricazione del diritto di opinione e di parola altrui è insito nel maschile.
E allora? Nulla, per carità! Siamo tutti uomini, e anche a Giulianone può capitare ogni tanto di dire una stronzata!

Wednesday, April 02, 2008

Scusi, ma i cristiani non sono quelli tristi e frustrati?

«...che un uomo nelle braccia di sua moglie possa avere nostalgia dell’aldilà è, a dir poco, una mancanza di gusto e comunque non è la volontà di Dio.
Dobbiamo amare e trovare Dio precisamente in ciò che egli ci dà; se a Dio piace farci provare una travolgente felicità terrena non bisogna essere più pii di lui e guastare questa felicità con idee tracotanti e pretese provocatorie e con una fantasia religiosa incontrollata incapace di accontentarsi di ciò che Dio dà.
Dio non farà mancare, a chi lo trova e lo ringrazia nella propria felicità terrena, i momenti in cui gli sarà ricordato che tutte le cose terrene sono qualcosa di provvisorio, e che è bene abituare il proprio cuore all’eternità, né infine mancheranno i momenti in cui potremo dire con sincerità: “Vorrei essere nella mia casa...”. Ma tutto questo ha il suo tempo, e ciò che conta è tenere il passo con Dio, e non volerlo sempre precedere, né, d’altra parte, stare indietro di qualche passo.
È un atteggiamento tracotante voler avere tutto in una volta, la felicità terrena e la croce e la Gerusalemme celeste, nella quale non c’è nè uomo né donna». (Dietrich Bonhoeffer)

Tuesday, April 01, 2008

I musulmani non si sentono offesi da Fitna

A differenza di quanto sostenuto da certi cuor di leone che tanto lustro danno alla UE e all’ONU, non c’è nulla di nuovo, di scandaloso e, soprattutto, di offensivo nel film Fitna. Nessuno, nemmeno un musulmano, può negare la banale evidenza di quanto in esso mostrato e denunciato; nessuno può obiettare che nel Corano compaiono certi versetti “satanici” - questi sì; solo chi ha le idee confuse può ravvisare nel film un tentativo di fomentare odio verso l’Islam.
Non occorre essere delle volpi per comprendere che tutto il film si regge sull’associazione delle sequenze di violenza e di indottrinamento anti-occidentale/anti-ebraico con alcuni brani del Corano. Questi ultimi sono le sure in cui Maometto fa pronunciare ad Allah ingiunzioni inconcepibili per Dio. Alla fine del film, Geert Wilders fa scorrere questa frase: “Non dipende da me, ma dagli stessi musulmani strappare i versi di odio dal Corano”, frase che, intelliggentemente e opportunamente, non è preceduta né seguìta da un prevedibile e plausibile strappo di pagine del Corano.
È interessante allora apprendere da A Conservative Mind, in Perché Fitna deve essere visibile online (ricopiato più sotto), che la comunità musulmana olandese, come riportato dal quotidiano comunista Liberazione, non ha individuato nel film contenuti e immagini capaci di scatenare le ire funeste del mondo islamico.
Salutiamo, infine, il coraggio dei gestori di Live.leak.com per la decisione di riproporre la visione di Fitna nel loro sito.
Perché Fitna deve essere visibile online

I vertici delle istituzioni europee e di quella vergogna chiamata Organizzazione delle Nazioni Unite hanno fatto a gara nel condannare la pubblicazione online di Fitna, il film sull'islam del leader politico olandese Geert Wilders. Solita reazione spaventata dei dhimmi, che in nome dell'appeasement ogni giorno sono pronti a rinunciare a una nuova fetta delle loro libertà. Una scelta vergognosa sotto molti aspetti, che vanno oltre la ragione principale e più ovvia, ovvero la difesa della libertà d'espressione. Sono gli stessi motivi che mi hanno fatto pubblicare Fitna su questo blog. Ne cito due.

Primo. Nel film non vi è nulla di falso. Fitna è un documentario girato con materiale di archivio, intervallato con citazioni originali del corano. Tutto materiale la cui veridicità nessuno può contestare. Roba risaputa, che gli interessati all'argomento (e non solo) conoscono benissimo: gli attentati in Europa e negli Stati Uniti, l'indottrinamento antisemita dei piccoli palestinesi, gli imam che invitano i fedeli a conquistare l'Europa, il trend demografico che nel giro di qualche generazione minaccia di ridurre in minoranza (come già avvenuto in molte città) gli "autoctoni" europei, le impiccagioni pubbliche degli omosessuali nell'Iran di Mahmoud Ahmadinejad.

Secondo. L'intento del film non è offensivo. E infatti, pur avendo imbarazzato le pavide autorità delle organizzazioni sovranazionali occidentali, non sembra aver turbato i primi che avrebbero dovuto sentirsi offesi, ovvero gli islamici olandesi. Copio e incollo l'articolo apparso su Liberazione il 29 marzo, in pagina 10, titolato "Olanda, flop del film anti-Islam. Wilders non riesce ad offendere". Distinguete bene i fatti dalle opinioni che vi sono contenute, e tra poco vedremo perché.
Molto rumore per nulla. O quasi. Per ora, a quanto sembra, le comunità islamiche olandesi non avrebbero granché da ridire sul temuto "Fitna", il film del deputato dell'estrema destra dal biondo ciuffo Geert Wilders che nelle intenzioni avrebbe dovuto aprire gli occhi al mondo sulla natura violenta e intollerante dell'Islam. La pellicola, oggetto di aspro dibattito governativo e dallo scarso valore cinematografico, è andata infine su internet. Alcuni leader musulmani olandesi hanno dichiarato che le immagini «non sono così brutte come ci si attendeva» e hanno aggiunto che il loro maggiore timore era di vedere il Corano bruciato o le sue pagine lacerate. Gli esponenti musulmani hanno spiegato che le immagini mostrate «sono quelle che tutti già conoscono» e hanno aggiunto polemicamente che il film la dice più lunga sul suo autore che sul Corano. Potrebbe quindi essere un "flop" la pellicola che ha ottenuto l'unico scopo di puntare i riflettori sull'astuto rampante Wilders, che con la xenofobia e l'allarme immigrazione si sta costruendo una fulminante carriera politica nella una volta tollerante Olanda. Niente effetto "vignette sataniche" insomma, come avvenne in Danimarca e come Wilders sembrava quasi augurarsi. Anzi, la notizia più divertente è che proprio uno dei caricaturisti danesi, Kurt Westergaard ha annunciato azioni legali nei confronti di Wilders, definendo un abuso l'uso della sua caricatura di Maometto all'inizio e alla fine del film. Il disegnatore ha annunciato che chiederà alla magistratura di vietare «Fitna». Le rezioni del governo olandese e di molti giornali sono state quasi tutte di condanna. «Perverso e offensivo» per Pieter van Geel, capogruppo parlamentare del partito cristiano-democratico, al governo, o un film che ricorda quelle opere di propaganda tipiche dei regimi totalitari per il quotidiano "de Volkskrant".
Dunque, leggendo questo articolo, si apprende che Fitna è risultato indigesto a qualche olandese politicamente corretto, mentre i più equilibrati tra i rappresentanti degli immigrati olandesi hanno reagito con un'alzata di spalle: materiale «che tutti già conoscono», dicono giustamente. Visto il casino che ci aveva montato sopra la sinistra europea, si attendevano di peggio anche loro.

I compagnucci di Liberazione, spiazzati, provano comunque a uscirne fuori nel peggiore dei modi: scrivono che Wilders avrebbe voluto offendere gli islamici, creare un caso tipo quello scatenato dai "Versetti satanici" di Salman Rushdie e, sull'onda di questo bordello, dare una spinta alla sua carriera politica. Non essendoci riuscito, l'accusano di aver fatto flop.

Ma quello che scrive Liberazione è falso. Avesse voluto davvero far imbestialire tutti i musulmani, a Wilders sarebbe bastato filmare lo strappo di una pagina dal corano. Niente di più facile. Se non lo ha fatto è perché evidentemente le sue intenzioni erano altre. Alla fine del film si vede una mano che afferra una pagina del corano. Si ode un rumore di strappo, ma la telecamera è già spenta. Una scritta avverte che quel suono è stato registrato dallo strappo di una pagina dell'elenco telefonico. Spetta agli islamici, avverte Wilders, cancellare i versi intrisi di odio dal loro libro sacro.

Il resto, quello che sostiene Wilders, e cioè che l'islam vuole conquistare l'Europa e cambiare per sempre il nostro modo di vivere, lo dicono anche tante autorità religiose e politiche islamiche, e lo hanno gridato molti manifestanti musulmani nelle strade europee. Se qualche islamico (e certamente tra di loro ce ne sono molti) ha intenzioni diverse e si sente offeso da queste frasi, è con chi le urla che deve prendersela, non con chi ne filma gli autori e li mette in rete.

Post scriptum. Intanto Live Leak, il sito su cui Wilders aveva fatto pubblicare Fitna, e che inizialmente era stato costretto a impedirne la diffusione, lo ha rimesso online. Bene così.